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L’anatroccolo in corsia
Compagno di chemio per i pazienti più piccoli
Il peluche è l’oggetto transizionale per antonomasia. Ciò che il pediatra e psicoanalista inglese Donald Woods Winnicott individuò come la cosa, sia una copertina, un orsacchiotto o una bambola, che aiuta il bambino ad attraversare quella fase della propria esistenza in cui sviluppa il proprio Io insieme alla sua contemporanea differenziazione dal resto del mondo. Quando cioè il bimbo comincia a rendersi conto di non essere un tutt'uno con ciò che lo circonda, in particolare con la madre che fino a quel momento immaginava fosse una sorta di suo prolungamento, e si inizia a capacitare di essere invece una entità separata e distinta. Introiettando questa consapevolezza, il piccolo prova ansia e vive un forte senso di frustrazione e timore perché capisce di non essere onnipotente e che il mondo intorno può non rispondere sempre prontamente ai suoi desideri.
L’oggetto transizionale entra in funzione a questo punto della crescita, operando come surrogato della madre stessa e facendo vivere al bimbo quell’esperienza ponte che, fornendogli conforto ed aiuto in questo suo processo di allontanamento da ciò che fino ad allora gli ha fornito cibo, calore e senso di protezione, lo aiuta a superare l’esperienza di passaggio uscendone più indipendente e forte di prima.
In una maniera simile, come una sorta di aiuto psicologico e “spugna” per le paure e frustrazioni, funziona anche “My Special Aflac Duck”, un peluche distribuito gratuitamente dal gigante americano delle assicurazioni sulla salute Aflac (American Family Life Assurance Company) ai pazienti in pediatria di alcuni stati Usa.
Inserito dal Time nella liste delle migliori invenzioni del 2018, questo peluche è stato concepito, in un certo qual modo, mutuando nel contesto terapeutico della chemio la funzione dell’oggetto transizionale classico ed agendo come compagno di viaggio per i piccoli pazienti che devono subire l’esperienza della cura per sperare di tornare a crescere e svilupparsi serenamente.
Partendo dalle testimonianze dei bambini a cui è stato diagnosticato il cancro e dai loro racconti, che parlano di come l’esperienza più brutta da vivere in questi momenti sia la sensazione di perdita di controllo sulla propria vita e l'incapacità di esprimere, in primis al personale medico, le proprie emozioni e sensazioni durante questo periodo così duro, in America hanno creato un anatroccolo che si muove e reagisce imitando le stesse movenze di un animale vero. Le sue peculiarità però vanno ben oltre questa mimesi grazie alla collaborazione di tecnici, programmatori e staff medico che hanno lavorato al progetto tenendo conto dei commenti e dei consigli di alcuni piccoli pazienti in chemio durante lo sviluppo del progetto per riuscire a fare interagire il peluche nella maniera più empatica possibile alle carezze o per strappar loro un sorriso anche quando erano tristi, impauriti o scoraggiati.
Sfruttando le potenzialità della robotica, Aflac è stato così reso in grado non solo di stare accanto ai bambini negli ospedali che stanno sottoponendosi a cure chemioterapiche ma anche di farsi loro portavoce quando la situazione di stress a cui sono sottoposti gli impedisce di esprimere verbalmente quanto stanno provando. In base alle spillette che gli si appuntano sul petto infatti, l’anatra può riprodurre espressioni di tristezza, sofferenza, allegria o nausea. Uno specchio non verbale in cui i piccoli pazienti possono riflettersi ed immedesimarsi per comunicare con il mondo in maniera alternativa rispetto alla parola.
Infine, per dare la possibilità ai piccoli pazienti di capire come i dottori li stanno curando, Aflac Duck è stato sviluppato per consentire loro di ‘curare’ l’anatroccolo, vedendo come la chemio agisce sul corpo del peluche e ‘farsi un’idea’ di come il trattamento contro il cancro può funzionare anche con loro. E farli sentire meno soli e spaventati.
Per maggiori informazioni: www.aflacchildhoodcancer.org/learn-more