Per visualizzare questo articolo devi accedere con il tuo account.
Per visualizzare questo articolo devi accedere con il tuo account.
Dopo un anno di fermo causa pandemia, a Milano si è appena conclusa l’edizione 2021 del Salone del Mobile, la fiera internazionale che nel tempo ha guadagnato il primato mondiale tra gli eventi che si occupano del settore arredo e design.
In questa cornice una generosa attenzione è stata dedicata alle scuole che si occupano di formare le nuove generazioni di designer e progettisti, invitando oltre 300 istituti in 59 paesi a partecipare alla manifestazione milanese. Il risultato è stato la mostra “The lost graduation show” dove sono stati portati in fiera i prototipi cuore delle tesi di diploma degli studenti dell’ultimo anno provenienti da 73 istituti che hanno concorso per il miglior progetto concepito nell’anno 2020/21, quando siamo tutti rimasti chiusi in casa per la pandemia. La giuria ha premiato cinque progetti ex equo che si sono distinti non solo per l’incisività formale del design ma anche per la componente sostenibile, tecnologica e comunicativa. In questa cinquina spiccano l’incubatrice portatile “Robust nest” di Fabien Roy della ECAL, Ecole cantonale d’art de Lausanne ed “Helix” la siringa monouso monomaterica ideata da Ithzel Ceron e Daniel Lopez del Tecnologico di Monterey in Messico.
L’incubatrice è stata ideata per le popolazioni che vivono nelle zone subsahariane per essere robusta, compatta, semplice da trasportare ed affidabile grazie a parti di ricambio facilmente reperibili permettendo così, come specificato nelle motivazioni del premio, “di estendere strumentazioni sofisticate ad appannaggio esclusivo dei Paesi avanzati, per contesti svantaggiati come gli ospedali del sud del mondo. La sua facile trasportabilità, autonomia energetica, robustezza e leggerezza, concorrono a rendere questo strumento fondamentale per la difesa della vita dei neonati più fragili”.
Il prototipo di siringa invece, è partito dal problema dell’impatto sull’ambiente prodotto dai rifiuti generati dagli ospedali ed ha applicato principi di geometria e bellezza caratteristici della tecnica giapponese degli origami per realizzare siringhe monouso monometriche in grado di far collassare su se stesse siringa ed ago così da ridurre l’ingombro, nonché il problema dello smaltimento. (F.S.)