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DONO
Cara Europa,
a un certo punto, nei laboratori di “Io dono così”, abbiamo fatto il gioco dell’abbecedario: trovate, ci hanno detto, 21 parole chiave per definire il gruppo, una per ogni lettera dell’alfabeto.
Che detto così sembra essere semplice, ma trovale tu 21 parole importanti legate al Dono!
Ecco, giusto B come Buonista ci è venuta subito in mente, perché tutti ce la sentiamo dire, quando raccontiamo quello che facciamo, e non necessariamente come un complimento.
Però abbiamo riflettuto che D come Donare lo si fa per ridurre quell’abisso di I come Ingiustizia e di D come Disuguaglianza che ci separa dagli altri, che divide interi pezzi di S come Società, che la fa a pezzi, la società, quando si tira troppo la corda.
Sappi che, nonostante il momento di grande ansia e fatica, nonostante le tante persone lasciate indietro senza casa, senza opportunità, senza un legame, senza un’assistenza sanitaria, senza un’istruzione degna di questo nome, ma anche senza sangue, senza midollo osseo, senza soldi per fare la spesa, nonostante questa S come Senza, noi, cara Europa, siamo pieni di A come Abbracci, ma anche come App da inventare per aiutare i non vedenti a girare in città, di B come Braccia forate per donare sangue, di C come Cucina che unisce anche quando non parliamo la stessa lingua, di D come Diritti e come Dialogo, di E come Empatia, di G come Gioco di Ruolo per capire cosa significa girare la città in sedia a rotelle, di I come Innovazione nel fare e nel comunicare, e tante altre ancora vocali e consonanti.
E allora ecco qualche idea, cara Europa, qualche P come Proposta, che richiede anche il tuo sostegno. Pronti? Via.
> dobbiamo prepararci alla Politica, quella con la P maiuscola, che comincia con P come Polis e fa riflettere sul bene comune. E magari sperare che vengono introdotti consiglieri under 30 nelle stanze dei bottoni;
> dobbiamo coinvolgere di più non solo gli Esclusi e gli Emarginati, ma anche gli Indifferenti e i non Ingaggiati, e per farlo dobbiamo farci vedere di più, sui media vecchi e nuovi, nelle strade, nelle piazze e soprattutto al di fuori delle nostre bolle, che sono Meravigliose ma a volte chiuse;
> dobbiamo farci carico dei problemi di chi soffre Subito e con interventi Mirati, perché le persone non sono tutte uguali;
> dobbiamo rendere gratuita e accessibile a tutti e a tutte la I come Istruzione, dalla scuola dell’infanzia all’università, e magari introdurre la V di Volontariato tra le materie obbligatorie: se proprio dobbiamo sognare, che sia un Sogno bello grande, quasi una U di Utopia;
> dobbiamo imparare la L di un Linguaggio nuovo, senza pregiudizi e inclusivo, perché le parole sono importanti, perché le parole sono le Cose;
> dobbiamo costruire Spazi di Incontro, Accoglienza, Mutuo Aiuto, Divertimento, Scambio, Sport, magari recuperando edifici dismessi; dobbiamo farli dove non ci sono, riempirli di iniziative e di organizzazioni: e poi chiamarli “Casa Nostra” – C come Casa, N come Nostra – e che sia sempre aperta;
> dobbiamo colmare il divario tra nord e sud, tra centro e periferia, tra regioni di serie A e di serie Z;
> dobbiamo rimuovere la B come Barriere, architettoniche, sociali, economiche, culturali, alla mobilità, all’assistenza sanitaria: perché davvero la L di Libertà si traduca nella P di Partecipazione e nella I di Interconnessione.
Infine, dobbiamo allenare la G di Gratitudine, vera parola chiave del nostro gruppo, perché noi siamo come un’Onda, O come Onda, che da un lato ti travolge, ma dall’altro trasporta, se impari come cavalcarla.
E quindi, per averci ascoltato… G come Grazie.