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Mi ricordo ancora quando è arrivata Miele. In braccio alle mie bimbe, Lara e Giulia, appena presa dalle mani degli staffettisti all’uscita di Melegnano, e poi in auto verso casa, con quel “bel faccino”, come disse mio marito, guardandola dallo specchietto retrovisore, già innamorato, come tutti noi, di quella che sarebbe diventata la ‘nostra figlia pelosa’. Arrivata a casa, faceva tenerezza tanto era impaurita. Nascosta in un angolo della sala, tra la parete e il pianoforte, tremava senza farsi avvicinare volentieri. In braccio al “papà”, credo si sia subito sentita protetta. Poi, pian piano, la confidenza con il nostro appartamento, con noi, e, infine, con l’ambiente esterno, con le prime passeggiate senza continuamente guardarsi le spalle, camminando a raso muro. In una sola settimana, era già “un altro cane” e, in poco meno di un mese, aveva guadagnato totale serenità… fino a sentirsi la “regina della casa”, come diceva sempre mio padre, sorridendo.
Sono ormai passati 3 anni e mezzo dall’adozione e Miele, che allora aveva 5 mesi, e ormai è una giovane cagnolina adulta che ci sa regalare un amore di cui tutti dovrebbero fare esperienza.
Ebbene, adottare un cane è un momento importantissimo, destinato a cambiare la vita di chi ne diventa proprietario, che conoscerà l’affetto incondizionato e la devozione di cui solo gli amici a quattro zampe sono capaci. Una scelta, soprattutto, che cambierà la sorte del cane adottato, altrimenti destinato a trascorrere il resto della sua esistenza in un canile. (F.B.)