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Lo sport è una grande occasione di vita e può continuare ad esserlo anche per chi ha vissuto l’esperienza del trapianto. In poco meno di un anno dall’operazione, Daniele riacquista il vigore perduto e dopo le numerose camminate, le corse, la cyclette (sempre sotto stretto controllo medico, ndr), ritrova il sapore dolce del gioco del tennis, e il gusto delle competizioni, tanto da raccogliere successi in Italia e non solo. Le ultime conquiste sportive lo vedono con al collo cinque medaglie di livello europeo: quattro d’oro e una di bronzo. È il sorprendente bottino conquistato agli European Transplant Sport Championships che si sono svolti a Lisbona, dal 21 al 28 luglio di quest’anno. La manifestazione è stata organizzata da due associazioni: la European Transplant and Dialysis Sports Federation (ETDSF) e la European Heart and Lung Transplant Federation (EHLTF).
La spedizione della delegazione italiana è stata curata dall’Associazione Cardio Trapiantati Italiani (ACTI) e da Transplant Sport Italia.
«Lo sport è da sempre una passione, poi lo stop obbligato di due anni me lo ha fatto desiderare sempre di più e ora non ne posso fare più a meno. Mi fa stare bene fisicamente e mentalmente. Mi ha spinto alla ripresa, in particolar modo, l’aver conosciuto Aned Sport, senza dimenticare i racconti di Marco Minali (Presidente della Sezione Provinciale Aido di Milano, ndr) e il rapporto con un ragazzo tedesco trapiantato di cuore, conosciuto tramite social, che pratica triathlon anche su lunghe distanze come Ironman e Mezzo Ironman».
Lo sport però non è solo passione, ma richiede anche impegno e sacrificio, fattori però che non spaventano Daniele: «Mi impegna quotidianamente, il mio preferito è il tennis. Però mi piace praticare triathlon e da un anno ho iniziato un percorso che mi ha portato a luglio a gareggiare agli Europei dove ho conquistato un bronzo assoluto a squadre nella 5 km di corsa e quattro ori nella categoria Cuori e Polmoni: corsa 5 km; ciclismo 30 km; corsa 1500 metri piani; duathlon virtuale grazie alla somma dei tempi della 30 km di ciclismo e dei 1500 metri. Mi resta però ancora un grande obiettivo: finire un mezzo Ironman, che consiste in 1,9 km di nuoto in acque libere, 90 km di bici e 21 km di corsa. La prossima gara a cui parteciperò sarà la mezza maratona di Milano il prossimo 24 novembre».
Ma lo sport non è solo competizione, è anche relazione e condivisione, forse due tra gli aspetti più importanti che spesso non teniamo in debita considerazione. Daniele ne è consapevole e proprio da queste esperienze ha tratto spunti di riflessione significativi: «Oltre alle gare ben organizzate, l’aver condiviso queste emozioni con ragazzi che hanno vissuto storie simili alla mia mi ha molto impressionato. Sono rimasto particolarmente colpito dalla vicenda di un ragazzo ungherese, fortissimo sia nella corsa che nella bici, che è stato trapiantato di rene ben due volte. Il secondo intervento, effettuato qualche anno fa, lo ha visto ricevere l’organo dalla sorella, che era presente alla manifestazione anche se non partecipava alle gare».
Ci sono gli obiettivi sportivi, che aiutano a superare i propri limiti, ma Daniele ne ha uno più grande: «Tra tutti i traguardi che mi prefiggo però, l’obiettivo più significativo è quello di poter diffondere il messaggio che la donazione permette a chi subisce un trapianto di tornare a vivere molto bene. Alle gare per trapiantati si gareggia con persone che questo messaggio lo comprendono a pieno, ma la mia speranza è che gareggiando in contesti ‘normali’ possa catturare l’attenzione di più persone.
Mi rendo conto che parlare di questo tema non è facile, né per chi ascolta, né per chi racconta. Spesso l’argomento incute timore o ignoranza, nel senso di mancanza di conoscenza, ma condividere questi pensieri è assolutamente fondamentale. Però bisogna rendersi conto che tanta, troppa gente è in attesa di un organo per poter sopravvivere e solo diffondendo il messaggio e l’importanza di donare si potrà riuscire a dare più possibilità ai malati in lista d’attesa». (P.S.)